La quarta edizione del Festival di Bioetica, dal titolo “Prendersi cura. Uomo, ambiente, animali”, è in programma a Santa Margherita Ligure giovedì 27 e venerdì 28 agosto, a Villa Durazzo nel pomeriggio, dalle 15 alle 19, e all’anfiteatro Bindi dei giardini a mare di piazza Martiri della Libertà, in serata, dalle 21 alle 23.30. A cura dell’Istituto Italiano di Bioetica.

L’epidemia del coronavirus, la prima emergenza globale dopo la rivoluzione digitale, ha scatenato paure profonde ma potrebbe anche essere l’occasione di riflettere su quello che sta cambiando sotto i nostri occhi. La nostra società è dominata dalla categoria del rischio, nel duplice senso che lo produce e se ne difende. Le modalità stesse in cui sono stati presentati i rischi hanno talora rappresentato più una riflessione sulle proprie ansie e sulla propria impotenza ad agire che una maniera utile di pensare a come si dovrebbe procedere per assicurare una migliore protezione al nostro mondo. Ma è possibile superare il modello dominante della società del rischio? Come potremmo affrontare le sfide che ci attendono? A quale modello alternativo potremmo riferirci?

A questi interrogativi intende rispondere il Festival di Bioetica 2020, configurando un modello di società ispirato alla cura. L’idea di una Democrazia della Cura si riferisce alla relazione di soggetti che lavorano in relazione con altri nella consapevolezza della reciproca interdipendenza e del riconoscimento della comune vulnerabilità, intesa come una condizione strutturale della vita umana.

“Sembra giunto il momento di chiederci se il trauma collettivo della pandemia non abbia attivato anche comportamenti positivi – osserva la prof.ssa Luisella Battaglia, presidente dell’Istituto Italiano di Bioetica e ideatrice del Festival -, contribuendo a suscitare sentimenti solidali e altruistici che negli ultimi decenni erano stati trascurati, se non smarriti. Taluni eventi che irrompono drammaticamente nelle nostre vite, oltre a costituire un rischio da cui nessuno può sentirsi esente possono contribuire a farci riconoscere la nostra appartenenza a una comunità di destino. Ecco che l’attenzione può divenire un elemento fondamentale del prendersi cura e generare effetti costruttivi: solidarietà, empatia, apertura al vissuto delle persone col loro carico di sofferenze. Un ‘prendersi cura’ che significhi anche guardare al mondo animale in termini di etica della responsabilità nella consapevolezza che noi umani siamo parti di un ecosistema in cui la salute di ogni elemento – umano, animale, ambientale – è strettamente interdipendente”.

“Dovremmo pensare a un approccio integrato e parlare di una ‘salute circolare’ (One Health)” sottolinea Battaglia, facendo riferimento all’enciclica Laudato sì, in cui si ricorda che “non ci sono due crisi separate, una ambientale e l’altra sociale, bensì una sola complessa crisi socio-ambientale”.

La sfida posta alla bioetica dalla catastrofe della pandemia dovrebbe essere l’elaborazione di un’etica della responsabilità su scala mondiale come sola adeguata ad affrontare i problemi cruciali di sopravvivenza per un’umanità intesa ormai come una comunità di destino.

La quarta edizione del Festival di Bioetica è organizzata in collaborazione con il Comune di Santa Margherita Ligure, ha ottenuto il patrocinio di: Regione Liguria, Comune di Genova e Città Metropolitana, Comitato Nazionale per la Bioetica, Istituto Italiano di Tecnologia, Scuola di Robotica, Biogem, Università di Genova, Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Provincia di Genova, Fondazione Carige.

Il programma artistico “Nel cuore della cura”, realizzato da Maria Galasso e Ivano Malcotti, accompagna il Festival con musica, danza, teatro, performances e interventi che testimoniano i legami delle arti con la bioetica.

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